Con l’avvicinarsi della festa dell’Assunta è inevitabile viaggiare con la memoria e far riaffiorare lontani, ma non certo sbiaditi, ricordi.
Nel veder allestire nella “piana dei fuochi” la sparata di mortaletti a cura del Comitato Fuochi è facile rievocare la mitica “Sparata lunga” che, fino alla fine degli anni ’60 del secolo scorso, veniva realizzata nelle fasce sottostanti il bosco della chiesa lambite dal rio Tangone.
All’epoca i festeggiamenti religiosi si svolgevano interamente di giorno e la sparata veniva pertanto effettuata al passaggio dell’arca dell’Assunta nei pressi del bosco, di ritorno dalla stretta via Tangone (per i campesi la “murcia”), e veniva accesa da una colombella innescata direttamente dal parroco, cui seguiva lo spettacolo pirotecnico vero e proprio, con il lancio di bombe di grosso calibro dalla piana ed altre, di calibro ridotto, collocate addirittura sul campanile.
I mortaletti erano rigorosamente in ghisa (venivano utilizzati per lo più quelli con la stella incisa, ancora oggi gelosamente conservati e mostrati in occasione di eventi particolari); il “ramadan” (posto nei pressi dell’ancora oggi esistente casetto dei mortaletti dello storico Quartiere Chiesa), era disegnato con le polveri colorate e riportava la tipica struttura a triangolo con cerchio centrale e croce nella parte terminale della scarica.
Nelle foto che seguono, tratte dall’album di famiglia, al centro del disegno si può anche notare un elaborato monogramma mariano.
Il ramadan della Sparata lunga e, sullo sfondo, il rio Tangone.
Una degli elementi maggiormente identificativi della festa è da sempre la chiesa parrocchiale con la sua unica ed inimitabile scalinata realizzata nel 1920, magistralmente illuminate da una coreografica esplosione di luci e colori.
In questa foto scattata da mio padre Gianfranco negli anni ’90 è possibile notare, oltre alle luminarie di cui sopra, altri elementi decisamente curiosi, come ad esempio il fatto che quasi tutti gli uomini indossassero i pantaloni lunghi, le donne la gonna o comunque un abito elegante, ma soprattutto il classico “maglioncino sulle spalle” per proteggersi dall’arietta fresca che all’epoca caratterizzava le serate estive, anche questa una piccola, ma significativa, testimonianza di come il clima sia purtroppo decisamente cambiato.
Come forse tutti sapranno, gli storici Quartieri campesi (in ordine di sparo Piano, San Tomaso e Casalino), a causa delle ben note problematiche causate dalle sempre più stringenti normative, hanno cessato ormai da tempo la propria attività pirotecnica, ma i ricordi di un glorioso passato che, dal 2007, rivive nell’attività pirotecnica del Comitato Fuochi Santa Maria, non potranno mai essere cancellati.
A conferma di ciò, ancora oggi i 21 colpi all’alzabandiera del 14 agosto ed i 21 colpi all’uscita dell’arca dell’Assunta il 15 agosto vengono effettuati a cura degli storici quartieri.
In queste mie foto scattate con la pellicola l’allestimento dello spettacolo pirotecnico del Quartiere San Tomaso sull’omonimo poggio adiacente il Cenobio.
Guardando la foto sembra ancora di udire l’incessante frinire delle cicale ed il garrire al vento del glorioso vessilo con la croce di San Giorgio.
Come si può osservare, all’epoca i pesanti mortai in ferro venivano rigorosamente interrati per garantirne una maggiore stabilità durante lo sparo, un lavoro sfiancante interamente effettuato con picco e pala dai massari del Quartiere.
Un altro elemento per appassionati è quello relativo al fatto che il “finale” fosse interamente disposto “in catena”: l’intero procedere dello spettacolo avveniva cioè con l’utilizzo di spolette e passafuoco, mentre al giorno d’oggi, grazie al sempre più massiccio utilizzo delle centraline elettroniche, lo spettacolo viene letteralmente spezzettato in tantissime parti spesso molto distanti tra loro.
Il Quartiere, si sa, è una vera e propria famiglia, per cui non potevano mancare i momenti conviviali che culminavano nel luculliano pranzo che, per San Tomaso, veniva effettuato come da tradizione all’ombra della secolare pianta di rovere (per i campesi “a rue”) generalmente la seconda domenica dopo l’Assunta.
Tra i tanti volti noti che potrete riconoscere nelle foto, come non citare l’indimenticabile Mino Canepa alle prese con un’appetitosa carne sulla ciappa, oppure le numerose donne del Quartiere intente a preparare i piatti con innumerevoli prelibatezze dolci e salate.
In primo piano, lo storico massaro di San Tomaso Mino Canepa. |
Pirotecnia e gastronomia, binomio da sempre vincente. |
Con la speranza di aver rievocato nel lettore ricordi felici di bei tempi che furono, colgo l’occasione per invitare chiunque avesse nei propri archivi di famiglia foto o video di passate edizioni della festa dell’Assunta a metterli cortesemente a disposizione del sito di Santa Maria, in modo tale che un patrimonio di storia e ricordi della nostra frazione non vada mai perduto.
Buona festa dell’Assunta a tutti!
Testo e foto di Stefano Podestà