Il mobile da sagrestia del secolo XVIII, restaurato a cura dell’Associazione Santa Maria nel 2012, realizzato in essenza di noce e castagno, è incassato tra due pareti e presenta alle estremità due passaggi, sormontati da ante, che permettono l’uno, l’ingresso nel locale sagrestia dalla chiesa e l’altro da una saletta adiacente. Le varie sezioni del mobile sono divise tramite colonne lignee lastronate (su massello di noce) a lisca di pesce nella parte inferiore e intagliate con vuoti e pieni in quella superiore.
Le basi delle colonne e lo zoccolo del mobile sono composti da una sagoma che riquadra tutti gli elementi. La parte alta delle colonne termina con un capitello riccamente scolpito a volute, foglie d’acanto ed elementi floreali. La parte centrale bassa composta da quattro ante e delimitata da due colonne, ha la peculiarità di avere un piano scorrevole che permette (quando viene estratto) di avere una superficie di appoggio maggiore. Immediatamente sopra si trova il castello, sollevato dal piano da due intagli, composto da quattro cassetti, sovrapposti due a due e, da due antine poste ai lati della ribaltina centrale.
Sopra al castello vi sono altre quattro ante accoppiate e divise centralmente da una colonnina intagliata. Il cappello è composto da sette ordini di sagome diverse che contornano a giro tutto il mobile. La cimasa, posta al centro del cappello, è composta da assi di noce centinate e scolpite a volute su di un fondo bulinato.
Al suo interno è incassato un quadretto di forma ovale il cui soggetto risulta di difficile interpretazione in quanto danneggiato dall’incendio.
Tutte le ante e i cassetti del mobile hanno il pannello scolpito dal pieno a diamante.
Nella foto sotto il prezioso mobile danneggiato (per fortuna rimediabilmente) dall’incendio della sacrestia il 9 giugno 2010 prima dei restauri.