Breve storia del Santuario N.S. di Caravaggio

Nostra Signora di Caravaggio, o Santa Maria del Fonte, è il titolo attribuito alla Madonna in seguito all’apparizione che, secondo la tradizione cattolica, avvenne il 26 maggio 1432 nelle campagne circostanti Caravaggio, in Lombardia. Sul luogo della presunta apparizione, che si sarebbe ripetuta diverse volte, venne eretto il Santuario di Caravaggio. La Madonna di Caravaggio è oggetto di devozione in numerose altre località, e segnatamente in Brasile, nella città di Farroupilha, nello stato del Rio Grande do Sul, dove si trova il più grande tempio mariano a lei dedicato.

La storia di questo Santuario mariano inizia nel 1645, con la costruzione di una croce innalzata sul colle chiamato Orsena, ove in precedenza vi erano con tutta probabilità i ruderi di un castello, questo secondo una carta pubblicata a Venezia nel 1688.

La croce divenne in seguito meta di pellegrinaggi da parte del popolo di Santa Maria e questo fatto non fù gradito al popolo rapallese, preoccupato per il diffondersi di questo culto che poteva oscurare, a dire di molti, quello indirizzato alla Madonna di Montallegro, Patrona del Capitanato.

Di lì a poco si levarono copiose proteste che ottennero dal Cardinale Stefano Durazzo, arcivescovo di Genova, l’interdizione alla Croce.

Il popolo di S. Maria continuò comunque a salire sul monte ogni anno. nel mese di maggio, e nel 1700 i campesi iniziarono i lavori per la costruzione di una piccola cappella.
Fu il parroco di S. Maria che nel 1727 portò presso il vicariato vescovile la causa per l’ampliamento della cappella per poter venerare in loco N.S. di Caravaggio.

Non si conoscono le ragioni di questa intitolazione alla Madonna apparsa nel 1432 presso Bergamo, si sa soltanto che, nella sua istanza, il parroco Don Francesco Maria Peragallo scrive: ”Considerando questo popolo riedificare una Cappella sul monte d’Orsena consistente pure in questa Parrocchia per ivi con modo particolare venerare Nostra Signora di Caravaggio per essere difesa da temporali, stante che le tempeste che sogliono minacciare queste campagne, vengono sempre dalle parti di detto monte; perciò per sua devozione vorrebbero far celebrare Messa in detta Cappella e vedendo non essere pregiudicale a questa nostra Chiesa parrocchiale anzi di gran vantaggio a questo popolo, per ciò ancor io faccio insistenza per tale concessione”. Questa intitolazione può essere derivata dal fatto che sempre verso la fine del 1600, tre individui di S. Maria del Campo depositarono un’immagine della Madonna di Caravaggio, presa proprio nel Santuario di Bergamo.

La richiesta fu esaudita e la chiesa fu ampliata e benedetta il 13 maggio 1727; però la sua esistenza non doveva essere serena e ben presto le sue porte dovettero venir chiuse.

Solo nel 1739, dopo sette anni di chiusura, i campesi e i foggiani hanno scritto al Doge ed al Senato genovese chiedendo la riapertura del Santuario; dopo lunghe indagini la chiesa fù riaperta, ma l’apertura era destinata a non durare molto.

I parroci di Monti, Novella, Canevale, Coreglia e Noceto scrissero al Senato genovese per denunciare i danni che la riapertura della chiesa avrebbe portato alle loro parrocchie; così la curia rapallese, con decreto del 24 maggio 1742, fece chiudere la chiesa.

Nel 1790 il Doge ordinò la totale demolizione della chiesa, e soldati di Rapallo, Borzoli, Monleone, e Cicogna salirono sul monte e demolirono la costruzione sino alle fondamenta!.

Dobbiamo aspettare il 28 luglio 1837 quando, dopo che nel 1823 la chiesa di Santa Maria diventò prevostura (dando fine al vincolo di soggezione alla chiesa madre di Rapallo), il parroco Giovanni Maria Cavagnaro ottenne dal cardinale l’autorizzazione a ricostruire la chiesa, con la condizione di celebrare la S. Messa solo una volta all’anno. Altre proteste arrivarono da parte dei rapallesi, ma finalmente, l’11 maggio 1838, il governatore di Genova concedette il nulla osta.

Un successivo intervento del sindaco di Rapallo non ottenne alcun effetto, tanto che lo stesso sindaco, amareggiato, scrisse: “Hanno avuto più ascolto pochi paesani che un comune, un Sindaco ed una masseria del Santuario di Montallegro”.

Il 23 settembre 1838 la chiesa di N.S. di Caravaggio veniva benedetta solennemente dal parroco don Cavagnaro, essendo ormai giunti al termine i lavori ad opera degli abitanti di S. Maria del Campo.
Con una processione dalla parrocchia di S. Maria sino alla chiesa di Caravaggio nel 1858 fu portato il gruppo marmoreo raffigurante l’apparizione che venne posizionato in una nicchia sopra l’altare.

Una bellissima cartolina ricordo, spedita nel maggio 1935 da un certo Enrico Canepa al soldato Simonetti Felice del 7 guppo mitraglieri. Torre Annunziata – Napoli

Nel 1920 il Campese Giovanni Macchiavello (detto Baciara), morto a Valparaiso il 2 aprile, per testamento lasciava per detta Chiesa 80.000 pesos, equivalenti a lire 210.000 (di allora!) che servirono a completare ed abbellire le opere murarie. In una lettera al parroco di S. Maria Don Maggiolo Silvestro, si esprimeva così: “Ho sempre creduto che chi è stato aiutato dalla fortuna ha il dovere di fare del bene”.

Altri ampliamenti vennero poi attuati nel 1927, comprendenti la sacristia, il porticato e la scalinata d’accesso; al termine della guerra l’allora parroco don Maggiolo volle salire sul monte per ringraziare la S.Vergine di aver protetto S. Maria dalle rappresaglie .
In seguito, nel 1956, ignoti vandali riuscirono a penetrare in chiesa passando dal tetto e a distruggere quello che vi era all’interno.

Gli abitanti di S. Maria, indignati per quanto accaduto, ripararono in fretta i danni riportando la chiesa all’antico splendore.

Passano altri dieci anni e altri balordi riescono nuovamente ad entrare nell’edificio attraverso un buco nella parete esterna, e provocando enormi danni; le panche della chiesa vennero bruciate, le lapidi divelte, i muri imbrattati con scritte orribili, la cisterna resa inutilizzabile.

Il popolo di S. Maria rinunciò per il momento a riparare i danni portando però in salvo quel poco che era rimasto.
Il 9 settembre 1967 le statue della Madonna e della Giovanetta, decapitata dai vandali, vennero portate nella chiesa parrocchiale.

Da allora la chiesetta sul monte ha vissuto un periodo di sempre maggior degrado, divenendo covo di malintenzionati che hanno portato altra distruzione e degrado; venne addirittura utilizzata come ovile dai pastori, e anche le intemperie hanno contribuito in maniera pesante rovinando il campanile e il tetto rimasto.

Anche la campana venne successivamente portata a S. Maria, e gli abitanti raccontano che essa venne trovata nella scarpata sottostante la chiesa e alcuni campasi la portarono in spalla sino in paese.

Il Comitato pro-restauri di Caravaggio si è costituito il 3 luglio 1982, grazie all’opera dei parrocchiani di S. Maria e di alcuni volontari che hanno dedicato intere giornate per permettere al santuario di risorgere e di assumere l’aspetto odierno. I materiali furono trasportati prevalentemente con i muli. Furono raccolte lire 40.700.000 offerte quasi tutte dalla popolazione di S. Maria del Campo per acquistare i materiali occorrenti. Vi hanno lavorato “gratis et amore” 168 volontari per un totale di 1900 giornate lavorative.

Un vero prodigio tanto che il Vescovo Mons. Daniele Ferrari allora scriveva: “Il totale delle ore di lavoro prestate gratuitamente e delle oblazioni spontanee di tanti fligli devoti a Maria, parlano già di per sé. Giustamente è stato rilevato come, nell’epoca del “profitto”, per cui nulla si muove se non dietro la prospettiva del guadagno, al Santuario di Caravaggio si è affermato il “gratuito”.

Ciò che rende ancor più prezioso questo “gratuito” è che la forza ispiratrice di tanto lavoro e di tanti sacrifici è soltanto un grande amore alla Madonna, senza alcuna commistione di interessi umani. In quest’epoca, nella quale pare regni sovrano il lassismo morale e trionfi indisturbata la visione ateista della vita, un Comitato ed un popolo Hanno saputo clamorosamente smentire l’andazzo dei tempi.

 

Nella foto, si può vedere l’arrivo in elicottero dell’allora Vescovo diocesano S. E. Mons. Daniele Ferrari che il 28 – 07 – 1985 venne a inaugurare il Risorto Santuario dopo i lavori di restauro.

Il santuario è stato poi arricchito all’interno con gli affreschi del famoso pittore Pietro Delfitto nel 1990 e G. Bozzo, e successivamente dotato di orologio esterno.

Da lassù si può ammirare un incomparabile panorama che unisce idealmente S. Maria a Rapallo, fino ad arrivare al mare.

 

Il Monte………………

Il M. Orsena è un verde rilievo che si erge con la sua piramidale sagoma tra Recco e Rapallo e sulla cui slanciata vetta si è ritagliato uno spazio il santuario dedicato alla Madonna di Caravaggio. La montagna si presenta come un punto nodale del territorio orograficamente complesso che si allunga alle spalle del Promontorio di Portofino.

Da qui si staccano, infatti, tre vallate separate da altrettanti crinali, ciascuno interessato da specifiche escursioni. Sul minore dei tre spartiacque, quello che ha inizio dalla Croce di Spotà, si svolge il percorso proposto. Questo richiede un certo impegno soprattutto nella breve ma intensa salita da S. Pietro di Novella alla Croce di Spotà, per poi proseguire più agevolmente sul panoramico crinale che porta alla vetta (grandi panorami a 360°).

 

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