Il Quartiere nasce nel 1885 e fin da quell’anno onora con spettacoli pirotecnici e sparate di mortaretti la patrona della frazione N.S. Assunta. Simbolo e punto di ritrovo per i membri del Quartiere sono i ruderi dell’antico Cenobio di San Tommaso risalenti al XII secolo.
Stando alle date, il quartiere risulta essere quello più anziano. I suoi spari conobbero momenti di sosta solo durante i conflitti mondiali. Si ricordano grandiosi gli spettacoli pirotecnici allestiti dal 1953 al 1963 dal fuochista Raffaele Perfetto, un genio della pirotecnica che per primo propose la bomba “stutata”, capace di stupire tutti gli appassionati del tempo.
Fu proprio con Perfetto, giunto la prima volta a Santa Maria con una Balilla carica di fuochi, che il quartiere prese lo slancio decisivo e divenne protagonista del palio pirotecnico del 14 agosto. In passato infatti spararono per il quartiere fuochisti validi ma non all’altezza del grande Perfetto. Tra questi si ricordano un fuochista toscano di Pisa e per tale motivo detto “u Pisa” e alcuni fuochisti locali quali la ditta Leverone di Cicagna e la ditta Lagomarsino di Cogorno gestita da una donna i cui vestiti terminavano con molteplici pizzi e per questo meglio conosciuta come “a pissetti”. Particolari sono le cause che hanno portato Perfetto sul Quartiere San Tomaso. L’emergente Perfetto venne consigliato dal rechelino Carlitto Mosto, ormai ex fuochista del Casalino, che per dispetto consigliò ai rivali il più forte pirotecnico del panorama nazionale.
A partire dal 1964 e fino al 1971 furono i fratelli Domenico e Carlino Farinaro ad illuminare il cielo di Santa Maria per conto del Quartiere. Durante questi anni la festa subì notevoli modifiche nel programma. Il palio pirotecnico passò dal 14 al 15 agosto e la processione venne effettuata alla sera e non più di giorno.
Nel 1971 in occasione della festa dell’Assunta un grande gesto balzò agli onori della cronaca. In quell’anno al Quartiere Casalino non erano stati rinnovati i permessi di sparo e con un gesto di grande fair play i membri del quartiere si resero disponibili fin da subito a ospitare sul proprio “colle” lo spettacolo pirotecnico degli “avversari”.
Fu proprio in quell’occasione che i membri del Quartiere conobbero Raffaele Liccardo che due anni dopo (1973) sarebbe diventato il fuochista di San Tomaso.
Il 1972 viene ricordato con affetto perché il 7 agosto venne inaugurata la nuova bandiera che ancor oggi sventola sul pennone di San Tomaso e che ha sostituito il più antico vessillo risalente agli anni ‘30.
Come detto nel 1973 venne ingaggiato un nuovo fuochista, Raffaele Liccardo che sparò per San Tomaso fino al 1978. E proprio nel 1973 vennero effettuati tre spettacoli: uno alla sera del 14 agosto, uno a mezzogiorno del 15 e uno alla sera del 15. Nel settembre 1979, dopo un anno di spari del pirotecnico Cicala, una delegazione di membri del comitato partì alla volta del meridione con destinazione Modugno (Bari). L’obbiettivo era quello di ingaggiare il pirotecnico Bruscella. Purtroppo però uno dei fratelli, Giuseppe, rifiutò l’importante ingaggio e la scelta ricadde su Salvatore Del Prete di Orta di Atella contattato da Renzo Bavestrello (presidente), Bruno Oneto (“Brunin”) e Mario Pontiggia (“u Puntiggia”). Del Prete sparò per il quartiere dal 1980 al 1983. Nel 1984 i fuochi furono affidati al casertano Amato Iannotta, che precedette il napoletano Giuseppe Scudo la cui avventura a Santa Maria durò per soli due anni (1985-86).
Alcuni membri del quartiere contattarono a Recco nel settembre 1986 il pirotecnico Bruscella e nell’inverno successivo perfezionarono il contratto. Bartolomeo Bruscella, fratello minore di quel Giuseppe (nel frattempo deceduto), accettò con piacere l’invito e sparò i suoi finali dal 1987 fino al 1990.
Si ricorda ancor oggi con grande piacere l’eccezionale spettacolo del 1989. Il 1991 porta con sé l’avvento di un nuovo pirotecnico, Giuseppe Ferraro di Mondragone (CE) che fino al 1996 sparerà il finale con le fermate calibro 16. A Recco nel settembre 1996 viene contattata e bloccata la ditta dei F.lli Di Matteo capeggiati da Amodio. Il contratto viene perfezionato in inverno al ristorante Canessa di Chignero sulle alture di Rapallo. Purtroppo il grande spettacolo pensato per il 1997 non verrà mai preparato. L’incidente mortale occorso a Gino Palla, massaro di Costaguta durante lo spettacolo a giorno del 2 luglio, blocca tutta la macchina organizzativa. Si giunge così al 1998 con i calibri ridotti (viene concesso il 13 cm napoletano e 21 cm giapponese).
Il pirotecnico Di Matteo si rifiuta di lavorare con i calibri ridotti e allora il direttivo del quartiere decide di contattare Carlo Ferreccio “Charlie” della pirotecnica “Golfo Paradiso” erede della scuola pirotecnica rechelina che fu di Carlitto Mosto (quello che consigliò Raffaele Perfetto ai membri del quartiere nel 1953).
Ferreccio spara per quattro anni, fino al 2001, anno in cui San Tomaso spara per l’ultima volta i suoi fuochi. Infatti a causa delle sempre più restrittive norme di sicurezza nel 2003 si arriva all’assegnazione dei calibri 8 cm napoletano e 10 cm giapponese con i quali avrebbe dovuto realizzare lo spettacolo il pirotecnico Ugo Lieto contattato nel 2002. Ma il 12 agosto 2003 arriva la doccia fredda: il divieto di accensione fuochi causa pericolo incendi decretato a livello regionale.
Purtroppo si è così chiusa la storia di un glorioso quartiere che grazie ai “duelli pirotecnici” ingaggiati con gli altri quartieri, ha contribuito in maniera determinante all’affermazione di Santa Maria del Campo e della sua festa su tutto il panorama nazionale.