Croce di Spotà

In questa località sulle alture di Rapallo chiamata “Spotà” vi è una bella chiesetta dedicata a San Giovanni Battista costruita nel lontano 1665 per volere di Giuseppe e Rolando Valle, li residenti, che secondo documenti storici chiesero alle autorità religiose di poter costruire una chiesetta per poter pregare, data la difficoltà di poter raggiungere il paese, infatti all’epoca non vi era la strada oggi carrozzabile.

Avuto il parere favorevole dall’Arcivescovo di Genova iniziarono così i lavori voluti e pagati dai Signori Valle e ultimati nel 1688. La chiesetta fu benedetta soltanto nel 1697 a seguito di vari contrasti, questo perché la chiesetta sorgeva in un territorio di confine fra Santa Maria e San Pietro altra frazione Rapallese.

Allora la zona era molto popolata da contadini basti pensare che si contavano ben trentasei nuclei famigliari e la chiesetta rimase sempre aperta e sino al secolo scorso veniva organizzata anche una bella festa. Oggi invece la chiesetta viene aperta solamente il giorno della ricorrenza di San Giovanni Battista il 24 di giugno e il parroco di Santa Maria vi celebra la S. Messa al mattino.

Nel maggio del 1935, venne invece inaugurata la Croce di Spotà, questo monumento è ben visibile ancora oggi da diversi punti della città di Rapallo e si può raggiungere a piedi seguendo il sentiero che porta verso il Santuario di Caravaggio, occorrono solamente 15 minuti di cammino a piedi partendo dalla chiesetta di San Giovanni.

Questa fotografia è stata scattata il 3 settembre 1926 dal Cavalier Emilio Luigi Dellepiane, si può chiaramente vedere la Croce di legno posta nel punto dove 9 anni dopo sarebbe stata costruita la Croce Monumentale in Cemento.

Da un documento dell’epoca si legge: “Giovedì 30 maggio 1935, festa dell’Ascensione, alle ore 9.30 verrà solennemente benedetta e inaugurata la Croce Monumentale eretta sul Podio sanmariese dalla fede dei Rapallesi, in onore dei caduti e in ringraziamento a Dio per aver protetto il nostro Duce. Contemporaneamente verrà celebrata la Festa degli Alberi con l’intervento delle scolaresche”.

Questo annunciava il podestà di allora Silvio Solari alla città di Rapallo, la croce alta 15 metri, è stata costruita in cemento armato su progetto di Filippo Rovelli.

Si ricorda di quel giorno che un corteo di tantissime persone arrivò sul colle per assistere alla celebrazione, e durante la cerimonia un aereo è giunto in prossimità della croce lanciando garofani rossi.

Il cappellano Don Massa ha celebrato la Messa e in seguito benedetto la croce.
In questa occasione venne ringraziato il Cavalier Emilio Luigi Dellepiane, per la sua generosità che permise la costruzione di questa opera.
Questa croce dedicata ai caduti è anche un monumento di riconoscenza e gloria.

Sulla sua inaugurazione un altro documento pubblicato su il “Mare” del 25 maggio 1935 recita:
“E’ un monumento di riconoscenza e di gloria!
Alta così, la Croce, sul paesaggio rapallese, ne esprime intensamente la bellezza e la spiritualizza, quasi venendo a simboleggiare il fervore italico di ogni anima e a consacrare in una più mistica unità i palpiti umani e gli aliti della terra. Essa vigila sulla città e stende alla campagna le sue braccia: è sfiorata dai venti e sente il suono diffuso di tutte le campane e da ogni sboccio di arbusto e di solco lontani riceve gli effluvi, che sono promessa di fioriture e di pane.

Ma soprattutto ad essa giunge la voce dei cuori.

Ogni sguardo che in su si rivolge, la scorge e l’ammira, è tutta candidanell’azzurro, sorge e si eleva da un piedistallo di verde. La collina si arrotonda dai leggeri declivi, che si levano dalla valle e dal piano, proprio lassù alla sua base, si distende curva, più vasta, abbraccia lo spazio congiungendosi al monte. E tra il monte e l’estensione libera del panorama, la Croce si eleva come un suggello allo spazio, per trattenerlo quasi e confermarlo parte integrale del nostro paesaggio……

………..Spotà, vecchio nome rurale, tutto nostro, come suoni nostalgico e caro! Sono Lassù le ultime case villerecce e da quanti anni vi stanno!

Quanta passione fu legata alla terra dal lavoro delle vecchie generazioni e che rinascite feconde nei solchi della dolce terra, in cospetto del mare immenso, in cospetto della antica borgata!

Gli anni, i secoli non hanno lasciato traccia nell’azzurro o sul monte, che hanno la freschezza di una terra verginale, forse perchè l’aurora è la prima terra che vede e che bacia colla sua luce candida. la vita è più pura lassù per gli aliti che vi si rinnovano senza sosta.

Ed ecco che la Croce, segno della Redenzione, vi si erge monumento nei secoli, a consacrare gli Eroi che la loro vita hanno dato alla Patria…”

 

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